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Servizio Fotografico Urbex


Quando ho deciso di realizzare questo servizio fotografico urbex, la mia prima idea Γ¨ stata quella di contattare Giulia Mela. Avevo giΓ  collaborato con lei nel progetto 𝐼 π‘Žπ‘š – πΊπ‘–π‘’π‘™π‘–π‘Ž π‘€π‘’π‘™π‘Ž, πΆπ‘–π‘Ÿπ‘π‘’π‘  π΄π‘Ÿπ‘‘π‘–π‘ π‘‘ π‘Žπ‘›π‘‘ π‘ƒπ‘’π‘Ÿπ‘“π‘œπ‘Ÿπ‘šπ‘’π‘Ÿ in cui avevo apprezzato la sua forte capacitΓ  comunicativa. Dal primo sopralluogo insieme presso la Villa abbandonata che avevo selezionato, ho capito che era la persona giusta per portare avanti questo progetto. Abbiamo deciso di lavorare sul tema della “NobiltΓ  Decaduta”. L’idea era quella di esaltare la decadente sfarzositΓ  del luogo. Questo ci ha portato a scegliere un vestito “antico”, cui abbiamo voluto abbinare un lungo drappo trasparente, da far volare intorno alla sua figura.Β 

Location e Post Produzione

La scelta della location Γ¨ giunta dopo un lungo processo di selezione. Fare fotografie in luoghi abbandonati Γ¨ suggestivo, ma deve essere fatto con le dovute cautele. I sopralluoghi sono essenziali per capire come muoversi all’interno di strutture che spesso possono comportare dei rischi. Prima di realizzare il servizio fotografico “NobiltΓ  Decaduta” mi sono recato tre volte presso la Villa, trovandola ogni volta cambiata. Questi luoghi sono soggetti ad atti vandalici, tag e scritte sui muri, opere di street artists, che li trasfigurano continuamente. Questo ulteriore aspetto delle fotografie in ambienti urbex non Γ¨ mai da sottovalutare.Β 

Il progetto Γ¨ stato successivamente portato avanti con una post produzione che potesse enfatizzare il senso di abbandono della Villa. Il lavoro Γ¨ stato quindi realizzato dando potenza alla location urbex selezionata. Per la selezione delle foto e per i suggerimenti sulla gestione dei colori voglio ringraziare la fotografa Valentina Pellitteri, professionista e amica che mi ha regalato numerosi consigli, frutto della sua grande esperienza.

Luci sul set

La scelta di una luce continua ha agevolato la capacitΓ  di Giulia di muoversi nello spazio, sfruttando le sue doti di acrobata. Il principale punto luce era mobile, al fine di creare coni di luci in ambienti scarsamente illuminati. Ho cercato in tal modo di far emergere la figura della modella.

Il servizio fotografico Γ¨ stato realizzato grazie anche al supporto di Mattia Capone, videomaker torinese, che durante lo shooting mi ha aiutato con il posizionamento delle luci e nel montaggio dei set.Β 

Ogni artista Γ¨ un esploratore

Henri Matisse