Questo servizio fotografico casalingo è stato realizzato a Torino in collaborazione con Manuela Marascio, modella e attrice. Si tratta di un progetto che ci ha visto lavorare su diversi set nell’arco di una giornata, ponendo l’accento sulla presenza scenica. Il mio intento era quello di enfatizzare lo sguardo, i movimenti, andando a contrastare l’idea di routine.
Per questo progetto è stato importante il coinvolgimento di Manuela fin dalle prime fasi di ideazione. Per me era fondamentale che Manuela, con cui avevo già collaborato per il servizio fotografico evidenza ignorate, riuscisse a mettere in ogni singolo scatto del servizio fotografico enfasi diverse.
“Gli shooting con Alessandro Genitori mi mettono sempre in una condizione di stimolante “scomodità” – ha raccontato Manuela a fine progetto. “L’ambiente e il soggetto al suo interno sembrano inizialmente non comunicare, come fossero due entità separate e un po’ diffidenti. Poi, man mano che il gioco scenico prende forma, ecco che la figura umana diventa personaggio e il set un teatro di infinite possibilità narrative ed espressive. Essere attrice mi aiuta a entrare in sintonia con la non banale sfida del mutare tante forme in poche ore. Mantenendo vigile la concentrazione, la prestanza muscolare e la predisposizione all’ascolto e alla ricezione attiva.”
“In quest’ultimo lavoro, il dialogo e il confronto con Alessandro, sia nella fase preparatoria, sia durante lo shooting, hanno generato un’ottima condivisione di intenti. Direzionata verso un obiettivo comune: il racconto di una storia. La ragazza che irrompe nei vari ambienti domestici, con forza conturbante ed energia drammatica. Rappresenta i tanti aspetti di una femminilità che assorbe tutto ciò che lo spazio circostante emana, per donarlo nuovamente allo spettatore sotto forma di fiaba frammentata da ricostruire. In ogni scatto si avverte un’indefinita presenza dall’esterno che disturba e al contempo attrae la protagonista; per questo, in conclusione, posso dire che la concatenazione di azioni e reazioni sia stata la chiavetta di volta essenziale per la riuscita di un racconto per immagini così potente.”